
Dopo alcuni mesi di assenza causa esami universitari, voglio raccontarvi la mia prima volta al Carnevale di Venezia, il più elegante, raffinato e apprezzato al mondo.
Mi seguirete in questo viaggio giorno per giorno in cui vi spiegherò e consiglierò come in 5 giorni di viaggio si riesca ad assaporare il clima di festa e di sfarzo passeggiando per calli, sottoporteghi e campi (termini utilizzati a Venezia per indicare strade, piazze e sottopassaggi), scoprendo le bellezze della città… tra un aperitivo e un altro.
CARNEVALE DI VENEZIA

Sveglia presto per non perderci nemmeno un minuto alla scoperta della città, del suo carnevale e luoghi che piano piano scopriremo insieme. Il mio viaggio parte alla scoperta del Carnevale, delle sue origini e perché è tanto importante per la città che per un’intera settimana si trasforma in un ballo mascherato. Le vie si riempiono di buffoni, arlecchini e persone vestite in colorati e sinuosi abiti.
Il Carnevale di Venezia è sicuramente il più conosciuto per il suo fascino e il mistero che possiede anche dopo 900 anni dal primo documento che ne fa riferimento. La storia del Carnevale di Venezia come festa pubblica ufficiale, inizia nel 1296, anno in cui un editto del Senato della Repubblica dichiara festivo il giorno che precede l’inizio della Quaresima.
L’origine e il significato del Carnevale di Venezia prendono ispirazione da due antiche tradizioni: dai Saturnali dell’antica Roma durante i quali l’ordine sociale veniva invertito. Nel corso della giornata gli schiavi e i liberi cittadini si riunivano in città per far festa tra musica e balli sfrenati. La seconda tradizione a cui fa riferimento sono i culti Dionisiaci greci, grandi feste religiose con processioni e rappresentazioni teatrali che prevedevano l’uso delle maschere e di rappresentazioni simboliche.
A Venezia, i Dogi furono abili a favorire l’espansione del Carnevale per concedere alla popolazione, in particolare ai ceti più umili, un periodo dedicato al divertimento e alle feste. Nel Carnevale di Venezia le maschere garantivano il totale anonimato, si trattava dunque di una sorta di annullamento delle stratificazioni sociali che, consentiva ai cittadini addirittura la pubblica irrisione delle autorità e dell’aristocrazia. Questa festa rappresentava uno sfogo per le tensioni e i malumori che andavano a crearsi a causa dei severi limiti imposti della Repubblica di Venezia.
CRIPTA ALLAGATA DI SAN ZACCARIA
Quale sarà la prima tappa della giornata? A pochi minuti da Piazza San Marco, il cuore di Venezia, possiamo trovare una chiesa davvero particolare. Al suo interno di cela una cripta allagata. Non possiede particolari decorazioni o sfarzi, fatta eccezione di un altare in marmo dal quale si erge una statua della Madonna. La Chiesa di San Zaccaria è una sorta di Pantheon veneziano, perché qui vi hanno trovato sepoltura 8 dogi della Serenissima. La cripta viene soprannominata Cripta degli Omicidi, dato che al suo interno furono assassinati almeno due dogi.
L’ambiente si trova al di sotto del livello medio del mare, per cui per gran parte dell’anno è allagata. Durante i fenomeni di acqua alta, purtroppo, la cripta diventa inagibile, con critiche conseguenze per la sua conservazione. Quando invece il livello dell’acqua è più basso, è possibile addentrarsi al suo interno attraverso un passaggio rialzato.

PICCOLA CURIOSITÀ
Sapete da dove deriva il termine “broglio elettorale”?
La chiesa di San Zaccaria sorge dove un tempo si trovava un monastero di suore di clausura, la cui reputazione possiamo definire non proprio impeccabile, anzi, alquanto indecorosa. Secondo pettegolezzi e dicerie dell’epoca, queste nobili signorine che, per non disperdere il ricco patrimonio con doti matrimoniali, erano destinate al convento, pare abbiano trasformato il loro parlatoio in un elegante salotto. Facilmente prevedibile il fatto che divenne meta di tutti gli scapoli veneziani.
Ma la storia ancora più assurda e curiosa, è quella della donazione fatta dalle monache alla città di Venezia, cui cedettero parte del loro orto, il Brolo in veneziano (poi Broglio), per allargare la piazza antistante la chiesa. Con il tempo la piazzetta, diventata del Broglio, divenne così meta di nobili squattrinati presso la quale si recavano a vendere i propri voti per l’elezione del Maggior Consiglio. In conclusione, si trattava di un vero e proprio broglio elettorale.

SCALA CONTARINI DEL BOVOLO
Siamo arrivati alla fine della nostra prima giornata a Venezia, il sole sta tramontando e un aperitivo con spritz ci sta aspettando. Prima però voglio portarvi a vedere un tramonto su Venezia davvero imperdibile. Ci troviamo in un angolo piuttosto nascosto della città, nel sestiere San Marco, vicino Campo Manini, in cima ad una particolare scala a chiocciola (bòvolo in dialetto veneziano), la più imponente ed elegante della città. Voluta da Pietro Contarini, discendente della potente famiglia Contarini che nel Trecento si era potuta fregiare dell’alta reputazione di aver dato un doge, Andrea Contarini, alla Serenissima Repubblica. Ed è proprio nel quattordicesimo secolo che si collocherebbe la costruzione originaria dell’edificio. Si tratta di 80 scalini, 26 metri di altezza, 12 archi rinascimentali (proprio come il numero degli apostoli), 3 per ogni piano (la trinità) e una cupola finale. Secondo una leggenda, Pietro Contarini fece costruire una simile scala perché voleva raggiungere la sua camera da letto a cavallo, che era situata all’ultimo piano dell’edificio.


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